Il presidente di Daclé SA Paolo Campiglio ha commentato l’intervento del ministro della salute Giulia Grillo all’assemblea di Farmindustria, l’associazione delle imprese farmaceutiche che fa parte del sistema Confindustria e nelle cui aziende associate lavorano ricercatori altamente qualificati, di cui circa la metà donne e sempre più giovani (gli under 35 sono l’81% dei nuovi assunti).

All’auditorium di Roma il tema era “L’industria biofarmaceutica in Italia protagonista nelle sfide del futuro”.

Le imprese del farmaco in Italia hanno un valore strategico per il Paese e un ruolo leader nell’Unione Europea. Il fatturato complessivo è di 32 miliardi di euro con una quota di esportazioni superiore all’80%.

L’Italia è tra i protagonisti nella ricerca farmaceutica. Come dimostrano le specializzazioni nel farmaco biotech, nelle terapie avanzate, nei farmaci orfani, negli emoderivati, nei vaccini e negli studi clinici. Primati costruiti sempre in network con il territorio e i centri di eccellenza, con le università, con le piccole imprese innovative e gli enti no-profit.

Si parla spesso del made in Italy nel mondo, ebbene la farmaceutica italiana è un made in Italy che sta andando in tutti i Paesi del mondo.

Tra pochi anni, entro il 2025, si stimano innovazioni così straordinarie che ci consentono di definirla una vera e propria rivoluzione. La ricerca porterà cure sempre più mirate e cucite sulle singole persone. Stiamo parlando di innovazioni che in molti casi con una singola somministrazione saranno in grado di risolvere le malattie e di cambiare la vita delle persone per tutta la vita. Tutti meritano di averle senza distinzioni di territorio o di reddito poiché le spese per la salute sono un investimento, che fa bene alle persone e al Paese.

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